Il Tenente istriano Antonio Ugoni caduto in Russia

Alla cerimonia c’era anche l’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine. Nel Tempio di Cargnacco [immagine di apertura, NDR] sabato 26 novembre 2022 Bruno Bonetti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine era presente con il labaro alla commemorazione solenne per ricordare l’80° Anniversario del dispiegamento sul fronte russo della 156° Divisione di fanteria “Vicenza”. Si è ricordato pure l’80° Anniversario della morte del Tenente Antonio Ugoni, istriano, caduto in combattimento il 24 Novembre 1942. Cargnacco è una frazione di Pozzuolo del Friuli, in provincia di Udine, celebre per il Tempio Nazionale “Madonna del Conforto” , opera dell’architetto Giacomo Della Mea, 1949-1955.

Ha suonato il silenzio Silvio Loreti, socio ANVGD. L’ Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (UNIRR) giuliana ha organizzato la cerimonia con le Sezioni UNIRR Friulana e Carnica presso il Tempio Sacrario di Cargnacco, dove sono inumati i resti del Tenente Antonio Ugoni, rientrati in patria dalla Russia nel 2000. Nella Cripta del Tempio riposano i resti di circa 9.000 soldati italiani caduti sul fronte russo e rientrati dalla Russia dopo il 1990, quasi tutti ignoti.

Furono circa 200.000 i militari partiti per il fronte e circa 90.000 i reduci, poco più di un soldato su due: la Divisione “Vicenza fu tra quelle che subirono le maggiori perdite. Rientrò dal fronte solo un soldato su sette. L’annientamento fu racconto che poco tempo dopo il rientro dei reduci, nel 1943, la Divisione fu sciolta.

Moltessime le associazioni d’arma e combattentistiche hanno partecipato alla cerimonia, molti famigliari di caduti e ridotti della Divisione “Vicenza”, crocerossine, autorità civili come parlamentari, consiglieri regionali, sindaci ed assessori di quattro località con i loro gonfaloni, autorità militari al vertice dell’esercito regionale e di reggimenti di stanza in Friuli Venezia Giuia.

Era presente una folta rappresentanza proveniente da San Michele al Tagliamento (VE), dove il Tenente Antonio Ugoni era maestro elementare prima di essere arruolato e partire per il fronte russo. Era presente anche la Grande Ufficiale e Medaglia d’Oro al Valor Militare Professoressa Paola Del Din, patriota che ha compiuto gesta eroiche durante la Resistenza.

Un picchetto con sciabola del Reparto Comando Supporti Tattici “Cavalleggeri di Treviso” 28° ed un trombettiere del Reggimento di Cavalleria Genova 4° ha presenziato alla cerimonia dell’alzabandiera e della deposizione di una corona sul cippo posto a memoria della 156° Divisione di Fanteria “Vicenza”, che si sono svolte sul Piazzale antistante il Tempio.

La cerimonia è proseguita all’interno del Tempio con la Santa Messa, le allocuzioni delle autorità, le vicende della Divisione Vicenza e del Tenente Ugoni raccontate da due esperti storici, la consegna di targhe ricordo, la benedizione nella Cripta e la deposizione di omaggi floreali al sacello del Soldato Ignoto, al loculo del Tenente Antonio Ugoni ed al sacello di Don Carlo Caneva, Cappellano militare che rientrato dalla campagna di Russia si adoperò per la costruzione del tempio Sacrario di Cargnacco.

Grande la commozione da parte di tutti così come la determinazione di quanto sia importante onorare la storia e “mantenere viva la memoria di chi ha combattuto per la patria fino al sacrificio più grande, quello della vita”, così si è conclusa l’allocuzione del Presidente dell’UNIRR Giulana Danilo Grattoni.

Tra gli altri presenti si sono notati l’onorevole Walter Rizzetto, il consigliere regionale Mauro Di Bert e il consigliere del Comune di Udine Luca Onorio Vidoni e tanti altri ospiti illustri.

La vicenda umana, professionale e militare del tenente Antonio Ugoni, istriano

Volentieri pubblichiamo la biografia del tenente Antonio Ugoni-Jukopila, scritta da Massimiliano Galasso, che ringraziamo per la cortese concessione alla diffusione nel sito web dell’ANVGD di Udine (a cura della redazione, BB e EV)

Antonio Jukopila (variante Jucopilla) nacque a Castelnuovo d’Arsa nel 1912, da Antonio, di etnia e lingua italiana e da Maria Tankovic, che invece apparteneva alla comunità croata, proveniente da Gimino. Rimasto senza padre durante la Grande Guerra, crebbe bilingue, e andò scuola nell’orfanotrofio di Sant’Antonio di Pola, sotto la guida dei frati francescani.

In seguito si diplomò maestro elementare nell’Istituto Magistrale di Zara, e subito dopo fu chiamato al servizio di leva: frequentò il corso allievi ufficiali a Spoleto e ne uscì sottotenente di Fanteria.

Il suo servizio militare durò due anni, in quanto la guerra d’Etiopia ne prolungò la ferma sotto le armi; in quello stesso periodo gli stessi frati francescani che lo educarono celebrarono il suo matrimonio con Maria Silvani, di Cittanova d’Istria, da cui ebbe un unico figlio, Giorgio, nato a Pola nel 1936.

Nel frattempo il suo cognome, in virtù delle leggi fasciste di restituzione alla forma latina dei cognomi nelle provincie occupate dopo il 1918, da Jukopila venne italianizzato in Ugoni. Per continuare a insegnare, prese la tessera del PNF e si iscrive alla Sezione GIL di Roveria.

Durante la sua carriera di maestro, iniziata nel 1931, fu destinato all’insegnamento in alcune tra le località dell’entroterra istriano più prive di mezzi e problematiche, anche perché tradizionalmente slavofone (Stignano, Gimino e Roveria), conseguendo sempre però ottimi risultati didattici e riportando valutazioni lusinghiere relazioni nelle annuali stilate dai funzionari del Ministero dell’Istruzione Nazionale addetti alle ispezioni.

A un certo punto però, negli anni in cui regime fascista divenne più aggressivo e iniquo contro le minoranze slave, divenne oggetto di una campagna di “bonifica etnica”, la situazione si ribaltò, e anche nella scuola la meritocrazia purtroppo lasciò il posto al pregiudizio razziale e le capacità professionali alla fede politica.

Così il maestro Antonio Ugoni incappò in una prima sanzione disciplinare, con l’accusa di non aver denunciato il parroco di Roveria, don Pollin, colpevole di aver alzato le mani contro uno studente di V Elementare mentre insegnava religione in aula. Per l’ispettore scolastico, nell’omissione del maestro Jucopilla era evidente il dolo, ovvero che il maestro e il parroco, entrambi sospettati di avere sordidi sentimenti slavofili (più per pregiudizio diffuso, che per prove certe), se la intendessero alle spalle degli organi di controllo dello Stato.

In seguito, accusato sempre dall’ispettore scolastico nel luglio 1940 di essere allogeno “di razza slava”, politicamente inaffidabile per la sua scarsa partecipazione alle manifestazioni di regime, incapace professionalmente perché refrattario all’insegnamento della dottrina fascista e dei dogmi del patriottismo ai suoi alunni, venne allontanato dalla sua Istria, e destinato ad una scuola elementare che si trovò all’interno del Circondario Scolastico di San Donà di Piave.

La località era stata indicata dal ministro Bottai, a sua volta informata sulla condotta professionale del maestro dal Provveditorato di Pola, e su quella politica dalla Prefettura.

Ugoni venne destinato alla scuola elementare di San Giorgio, frazione del Comune di San Michele al Tagliamento (VE); in questa località vi si trasferirà subito assieme alla moglie e al figlioletto e seppe farsi voler bene dal direttore didattico di Portogruaro (che ebbe modo di lodarne l’operato nella sua relazione di fine anno scolastico) e dai nuovi compagni.

Il maestro rimase nel Comune di San Michele un anno e mezzo, assumendo anche all’incarico di Istruttore Premilitare per la gioventù, sempre attenzionato dal Podestà e dal Segretario Politico del Fascio locale che non mancarono di informare il Federale di Venezia circa la sua condotta.

Antonio Ugoni fu richiamato alle armi nel gennaio 1942, col grado di tenente di complemento, e destinato al 277° Reggimento della Divisione di Fanteria Vicenza: dopo alcuni mesi di addestramento in Friuli e Lombardia, benché l’unità non fosse ancora preparata a scendere in campo, partì per il fronte russo.

Il tenente Ugoni quasi sicuramente ritrovò sotto le armi qualcuno dei suoi vecchi alunni d’inizio carriera, infatti i ranghi della Divisione Vicenza vennero formati in larga parte dalle reclute della classe 1922 attinte dal Distretto Militare di Trieste. Molti anche i colleghi giuliano-dalmati: solo nel 277° Reggimento gli ufficiali nati negli ex territori austroungarici del confine orientale erano otto.

Raggiunta l’Ucraina il 5 ottobre 1942, la “Vicenza” venne schierata in piccoli caposaldi, frazionata in un territorio di retrovia difficile e pericoloso. Il III Battaglione, di cui faceva parte il tenente Ugoni, fu acquartierato a Rubesnaja, e proprio qui, solo tre settimane dopo, la sua vita venne inesorabilmente stroncata dal fuoco russo durante l’azione di guerra tristemente commemorata come il “battesimo del fuoco” della Divisione Vicenza sul fronte orientale.

La notte del 23 novembre 1942 infatti, con una temperatura di -23° e il suolo coperto da una uniforme coltre di neve ghiacciata, lui assieme ad altri tre ufficiali ea un contingente di soldati, venne mandato in riconoscimento in una ampia zona disabitata in cui imperversavano nuclei di partigiani russi, per ordine del Comando tedesco che aveva ancora giurisdizione su quella zona di retrovia. La pattuglia, dopo aver percorso alcuni chilometri, presso la località isolata di Gnilaja Balka subì un’imboscata e ci fu un breve ma violentissimo scontro a fuoco, che si risolse in una mattanza: sul campo restarono i cadaveri di tre ufficiali e di diciassette soldati italiani, barbaramente uccisi a colpi di mitra e sciabola e poi depredati di armi e abiti pesanti.

I caduti, i cui corpi totalmente congelati vennero recuperati il ​​giorno dopo e furono inumati nel cimitero militare di Rubesnaja. In seguito la Divisione Vicenza cambiò teatro operativo, per essere poi travolta, come sappiamo, dalla ritirata.

Nel dopoguerra Maria Silvani, moglie del tenente Ugoni, lasciò San Giorgio al Tagliamento e ritornò a Pola assieme al figlio, facendo vita riservata e non confidando a nessuno all’interno del Circolo Italiano, se non ai più stretti conoscenti, che era vedova di un ufficiale che aveva combattuto per il Regio Esercito.

La Repubblica Popolare Jugoslava dimenticò i giuliano-dalmati caduti indossando l’uniforme delle Forze Armate Italiane, anzi, la loro memoria venne disconosciuta, anche in funzione anti-italiana, e per loro quindi non venne eretto nessun Monumento ai Caduti nelle terre natie, essendo questi ultimi riservati solo ai combattenti dell’Esercito di Liberazione Jugoslavo.

Il tenente Antonio Ugoni invece è uno dei pochissimi istriani il cui nome compare in un monumento ai Caduti dell’Esercito Italiano: nell’anno 2000 infatti il ​​Comune di San Michele al Tagliamento decise di realizzare una lapide marmorea con i nominativi dei sanmichelini per nascita o residenza caduti e dispersi in Russia tratti dai registri dello Stato Civile comunali; il tenente Ugoni al momento del decesso era residente nella frazione di San Giorgio, e quindi vi venne compreso.

Sempre nel 2000, in virtù degli accordi internazionali seguiti alla caduta del Muro di Berlino tra la Repubblica Italiana e l’Ucraina, anche le salme seppellite nel vecchio cimitero di guerra dismesso di Rubesnaja furono esumate e con religiosa cura e dedizione da parte del personale di Onorcaduti, poterono tornare finalmente in Italia.

Delle 19 salme rimpatriate, tutte note, tre non vennero identificate e così furono inumate nel sepolcreto comune della cripta del tempio di Cargnacco; quindici identificate furono riconsegnate ai famigliari e tumulate nei cimiteri dei paesi d’origine e una sola salma nota e identificata, quella del tenente Antonio Ugoni, fu posta in un loculo anch’essa dentro la cripta di Cargnacco.

Stando alla documentazione di Onorcaduti, al momento del rientro della salma la vedova Maria Jucopilla, ottantottenne, era ancora residente a Pola, nella Repubblica Croata: non sappiamo, per ora, il perché la salma non sia stata riconsegnata alla vedova, se per scelta della stessa o per altro tipo di difficoltà.

La vicenda umana, professionale e militare di Antonio Ugoni, maestro elementare e tenente del regio Esercito Italiano, è attualmente oggetto di studio e approfondimento, anche grazie al rinvenimento della sua cartella individuale presso l’archivio dell’Istituto Comprensivo di San Michele al Tagliamento.

Massimiliano Galasso Cenni di riferimento – Reduci di Russia, a Cargnacco il ricordo del tenente Ugoni, on line dal 26 novembre 2022 su www.ilfriuli.it.

Testi di Bruno Bonetti. Networking a cura di Elio Varutti e Sebastiano Pio Zucchiatti. Lettore: Bruno Bonetti. Copertina: Cerimonia al Tempio di Cargnacco. Grazie ad Alessandra Casgnola, Web designer e componenti del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Fotografie di Bruno Bonettii e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia n. 29 a Udine – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segreteria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/

Fonte: ANVGD Udine – 05/12/2022

didascalia: La professoressa Paola Del Din, 99 anni, sempre presente alle cerimonie patriottiche assieme a molte autorità politiche e militari

Condividi:

Related posts